Sono passati quasi quarant’anni dall’uscita di Arancia Meccanica nelle sale italiane. Il capolavoro di Stanley Kubrick del 1972, ispirato all’omonimo romanzo di Anthony Burgess del 1962, continua ancora oggi a rispecchiare gli aspetti più malati della nostra società, facendo riflettere milioni di spettatori in tutto il mondo. Scopriamo insieme la trama e i significati di una delle pellicole più apprezzate del regista statunitense.
La trama
Protagonista della vicenda è Alex, giovane londinese figlio di operai che nella vita si dedica, insieme alla sua banda di “Drughi”, a furti, sesso e ultraviolenza. Sembra provare una certa soddisfazione nel commettere crimini, causare incidenti, violentare donne: la sua vita ruota intorno al piacere della sopraffazione, alla perversione, all’aggressività soprattutto verso i più fragili. Ma la situazione si ribalta presto: tradito dai compagni “Drughi” e arrestato dalla polizia, Alex diventa una vittima.
Dopo un lungo e discutibile processo riabilitativo, il protagonista viene reintrodotto in società, ma tutto è cambiato. Debole e remissivo, è costretto a subire la vendetta di chi fino a quel momento è stato sua vittima, ma senza poter rispondere, indotto da una riabilitazione coatta a reprimere i propri istinti violenti e sessuali. La storia è ricca di cambiamenti e colpi di scena: cosa succederà alla fine?
Alex e la banda di “Drughi”
Arancia meccanica: il cast
Come non citare, primo tra tutti, il leggendario regista Stanley Kubrick. Il suo cinema è caratterizzato da due direzioni opposte: da una parte la voglia di esplorare generi diversi, dall’altra il forte tocco autoriale che lo porta a trasfigurarli in maniera fortemente personale. Lontano dai canoni imposti dalla Hollywood di fine ‘900, Kubrick realizza film storici, drammatici, thriller, commedie satiriche. Arancia meccanica è invece una scaltra riflessione sulla società occidentale, messa in scena con tutte le distorsioni e le stranezze tipiche della regia kubrickiana.
Fondamentale nella riuscita della pellicola e nel suo successo di pubblico è la figura di Malcolm McDowell, attore acclamato al tempo, che interpreta egregiamente il protagonista, ricco di perversioni ma anche tormenti interiori. Interprete in decine di film e serie tv, Kubrick lo ha scelto soprattutto per la sua performance in Se… (1968).
Il protagonista Alex interpretato da Malcolm McDowell
I significati del film
Uno dei motivi per cui le pellicole di Kubrick sono così amate è la ricchezza di significati presenti oltre la semplice trama. Anche in questo caso le scene, i dialoghi e i personaggi nascondono una molteplicità di contenuti profondi tutti da scoprire. Persino il titolo stesso ha un senso specifico. In originale infatti il film si chiama A clockwork orange, un termine che trae ispirazione da un modo di dire londinese: un’arancia a orologeria in inglese è una persona che in superficie appare normale, mentre al suo interno cela una natura bizzarra. È proprio la definizione di Alex, il protagonista, che quando viene reinserito in società ha tutta l’apparenza di un debole ma nasconde una miccia di violenza, pronta a scattare come un congegno meccanico.
Nel film è ben delineata una contrapposizione: la bestialità del cittadino e la repressione delle istituzioni. Nonostante la storia rappresenti un mondo utopico, irrealistico, si presta molto bene a descrivere le aberrazioni della nostra società. L’interpretazione più accreditata si focalizza sulla limitazione del libero arbitrio dei cittadini, il controllo coatto sulle loro azioni. Certo, le nuove generazioni hanno comportamenti diversi e in qualche modo osceni, che il regista estremizza rendendoli perversi e animaleschi. La critica è ambivalente e provocatoria, e porta ogni spettatore a riflettere sul suo ruolo attivo e passivo all’interno della società in cui vive. Ancora oggi.