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Jurassic World: il regno distrutto

Jurassic World: il regno distrutto
Jurassic World: il regno distrutto

“Sono passati tre anni da quando Jurassic World è stato distrutto dai dinosauri scappati dalle gabbie. Isla Nublar adesso è un luogo selvaggio”.

Il secondo capitolo di Jurassic World e quinto film della saga Jurassic Park approdava nelle sale cinematografiche nel 2018, incassando, in Italia, 3,7 milioni di euro nel primo Weekend e ottenendo una candidatura a Razzie Award.

Il film, distribuito da Universal Picture, fu diretto da Juan Antonio Bayona.

La trama di Jurassic World

Sono passati tre anni dalle vicende narrate nel primo Jurassic World e Isla Nublar sta per essere distrutta da un’eruzione vulcanica. Bisogna prendere un’importante decisione: lasciar morire gli animali superstiti sull’isola, provocandone la loro seconda estinzione, o organizzare una missione di salvataggio?

Jurassic World: il regno distrutto

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Owen Grady, l’ex addestratore di velociraptor, e Claire Dearing, ex responsabile del parco, decidono di tornare sull’isola per salvarli. Owen, in particolar modo, vuole salvare il suo super intelligente velociraptor Blue.

Ma sull’isola, oltre alla lava che comincia a inghiottire ogni cosa ci sono molte altre peripezie da affrontare, come una cospirazione che rischia di riportare alla preistoria l’intero pianeta.

La seconda estinzione

Ironia del destino gli animali, riportati in via millenni dopo la loro grande estinzione di massa, sono nuovamente colpiti da una calamità naturale. In tutti i precedenti film della saga a guidare la mano degli scienziati non erano tanto le scoperte genetiche, l’avidità o la volontà di ripopolare il pianeta con creature estinte da tempo. A muovere le file sembra più un gioco all’essere Dio, l’incredibile potere di sapere che è possibile riportare in vita specie animali estinte dalla preistoria.

Jurassic World: il regno distrutto

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Tuttavia, in Jurassic World: il regno distrutto, subentra un’altra irrefrenabile forza della natura a minacciare questi colossi preistorici. Il che sembra il modo che ha il mondo per ristabilire l’ordine naturale delle cose, per riportare tutto al loro giusto posto, per far capire all’essere umano che non è libero di fare tutto ciò che vuole.

Questa per lo meno è la visione di molti, compresi il regista stesso. La decisione giusta avrebbe dovuto essere quella di lasciare che la natura facesse il suo corso?

Effetti speciali

Il punto di forza di tutta la saga sono stati gli effetti speciali, sin dal primo film, nel 1993, Jurassic Park. Allora alla regia c’era Steven Spielberg e il film traeva ispirazione dall’omonimo romanzo del 1990, di Michael Crichton. Con Jurassic park, infatti, la simulazione d’esseri viventi raggiunse il suo massimo per l’epoca.

Ora dopo 25 anni, gli effetti speciali sono senza dubbio, tutta un’altra cosa. Tutta via quest’ultimo film prende una piega diversa dai suoi predecessori. Mentre gli altri ci portavano nel fantastico mondo preistorico popolato da incredibili creature, in spazi ampi e illuminati, Bayona ci porta in un mondo più cupo. Un mondo dove gli animali non corrono più sotto il sole, ma sotto colate di lava, in luoghi angusti, abissi marini e minuscoli container. Trascinandoci in uno scenario forse più horror che fantascientifico.


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