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L’agnello – una storia di famiglia

l'agnello
L'agnello

L’agnello è un film drammatico del 2019, la regia è di Mario Piredda, classe 1980 vincitore del David di Donatello per il cortometraggio “A casa mia”. L’agnello, il suo primo lungometraggio, è interpretato da Nora Stassi nei panni della protagonista Anita e con Luciano Curreli, Piero Marcialis e Michele Atzori.

nora stassi

La dolce e determinata Anita, interpretata da Nora Stassi

La trama de L’agnello

Siamo in Sardegna, Anita ha diciassette anni e vive insieme a suo padre Jacopo, sua mamma è morta qualche anno prima di leucemia. Anche Jacopo ora è malato di leucemia e, visto che le cure non stanno dando buoni risultati, viene messo in lista per un trapianto, ma i tempi di attesa sono molto lunghi, troppo. La sua malattia progredisce così velocemente e non si trova un donatore compatibile in tempi utili. Vista l’urgenza Anita prova a fare il test per vedere se può donare il midollo osseo, ma sfortunatamente risulta incompatibile. Prova anche il nonno Tonino, un vecchio pastore che abita sul’altopiano proprio accanto ad un’aerea militare, fa il test anche lui, ma il risultato è il medesimo.

L'agnello

La Sardegna raccontata attraverso paesaggi di mare e monti

Ma Jacopo ha anche un fratello, Gaetano, che vive però dall’altra parte dell’isola, e potrebbe avere maggiori probabilità di essere compatibile. Purtroppo lui e Jacopo non si parlano da anni, Gaetano infatti è una testa calda e per colpa del suo caratteraccio stenta a mantenere moglie e figli. Il motivo di questa lontananza tra fratelli è un litigio che li ha segnati anni prima e che nessuno dei due vuole provare a superare.

Ma Anita è determinata ad aiutare suo padre, così, con il sostegno del nonno, si reca a casa dello zio. Il suo obiettivo è quello di far cambiare idea a Gaetano, nel disperato tentativo che lui possa decidere di eseguire il test e risultare compatibile. L’impresa sembra impossibile, infatti anche Tonino fatica ad avere contatti con Gaetano, eppure la dolce e ribelle Anita, con la sua vena folle riesce a penetrare la corazza dello zio.

L’idea che ha fatto nascere il film

L’idea base del regista è legata al fatto che la Sardegna ospita il 60% del demanio militare italiano. Infatti l’isola è in una posizione strategica nel mediterraneo, oltre al fatto che, essendo poco popolata, ha molto spazio sfruttabile.

L'agnello

Un film che parla anche di generazioni e di famiglia

I luoghi limitrofi alle basi militari sono noti alle cronache perché l’incidenza tumorale ha dei numeri molto sopra alla media. Probabilmente imputabili alle polveri radioattive utilizzate e ai residui di esplosioni ed esercitazioni. E così che si parla ormai da vent’anni di una possibile correlazione tra le attività belliche e la salute dei cittadini. Sono stati realizzati a riguardo inchieste giornalistiche e molti documentari.

Nasce così un film non strettamente di denuncia, ma che cerca di raccontare con semplicità la realtà di tutti i giorni sarda, sconosciuta al resto d’Italia. Inoltre il film racconta un problema che potrebbe avere chiunque, anche in altri luoghi. Il punto di vista scelto è quello di Anita, in piena adolescenza, determinata ad affrontare l’eredità lasciata dai suoi predecessori.

L'agnello

Una Sardegna rurale, dove nonno Tonino incarna il passato

Gli spazi sono raccontati con tranquillità, attraverso panorami di montagne e mare. Senza cadere nella retorica riesce a ricreare i ritmi del paesino, le chiusure della gente, le speranze e il pudore dei sentimenti. Un’ambiente rurale come ce ne sono pochi in Italia, costellato da filo spinato e mezzi corazzati dell’esercito, quasi un non luogo.

E poi c’è l’agnello, una figura simbolica, che potrà essere interpretata in base alla sensibilità di ogni spettatore, non ci sono risposte sbagliate.


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